AMICI,
CONOSCENTI E COLLEGHI DI SVENTURA CALABRESI (IN MOBILITA' IN DEROGA),
SIGNORI
DEI SINDACATI TUTTI,
SIGNORI
POLITICI REGIONALI E NAZIONALI TUTTI,
ECCO
– PER PUNTI BREVI E CONCISI – COSA AVREMMO DETTO - E,
SOPRATTUTTO, CHIESTO – COL MASSIMO RISPETTO – LA SERA DEL 21
NOVEMBRE 2014 A RENZI, QUANDO VENNE A COSENZA, SE AVESSE – COME CI
AVEVA PROMESSO – RICEVUTO ED ASCOLTATO LA NOSTRA DELEGAZIONE (COSA
CHE, POI, PURTROPPO, OVVIAMENTE NON PER NOSTRA VOLONTA’, NON E’
AVVENUTA, CON NOSTRA GRANDE DELUSIONE, DOPO AVER PRESO TANTO FREDDO,
UNA SERATA INTERA ALL'ESTERNO, IN QUANTO, DENTRO, GLI ADDETTI ALLA
SICUREZZA, NON CI HANNO FATTO ENTRARE, PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO,
ESSENDO NOI – SECONDO LORO – DEI “FACINOROSI”…)…
STESSE
COSE – OVVIAMENTE AGGIORNATE
AD OGGI
– CHE ORA DICIAMO, SUGGERIAMO E CHIEDIAMO A VOI SIGNORI POLITICI E
FORZE SINDACALI.
Premetto
che non avevamo portato nulla di scritto, in quanto la possibilità
di poter parlare con Renzi non era prevista e si era prospettata lì
lì, all’improvviso, ad inizio serata.
La nostra
delegazione, da noi stessi democraticamente scelta tra i pochi di noi
lì presenti (e disponibili a parlare), sarebbe stata composta da tre
persone, e cioè da Mario Argondizzo, Salvatore Tortora ed il
sottoscritto Salvatore Bruno Bossio, e, appunto, parlando - come suol
dirsi - “a braccio”, avremmo detto, e chiesto, col massimo
rispetto, a Renzi quanto ségue (grosso modo, ciascuno col proprio
modo di esprimersi, quindi ciascuno “mettendoci del suo”…):
(ecco, di séguito, più
o meno, poche parole perché il tempo che ci avrebbe concesso era
pochissimo per ciascuno di noi, mi pare si parlasse di venti minuti
da suddividere in quattro persone, quello che avrei detto, e chiesto,
io, sempre col massimo rispetto…)
“Buona
sera Presidente!
Lei ha 39
anni di età, io 51, quindi sono più anziano di lei e - dato che
sono pure ragioniere (di professione, quando lavoravo, ora purtroppo
sono in mobilità in deroga…), e quindi abituato a maneggiare
“numeri”, più che parole (anche se, per hobby, mi piace pure
scrivere) - col massimo rispetto - le chiedo di ascoltare le nostre
richieste, senza interrompermi, per favore, visto che il tempo a mia
disposizione è poco; richieste, che elenco in punti per semplicità
e chiarezza, punti ai quali lei dovrebbe rispondere - poi - al più
presto - con FATTI CONCRETI (e non con battute, mi perdoni la
franchezza, perché noi e le nostre famiglie siamo letteralmente alla
fame, ed abbiamo bisogno di soldi e di lavoro per poter vivere):
1) per
prima cosa, in contemporanea al punto seguente, perchè nel frattempo
dobbiamo poter acquistare il cibo per vivere, dateci LAVORO
serio, retribuito puntualmente ed utile per l’intera collettività
(non - mi perdoni - “palliativi”, come succede oggi, tra l’altro
nemmeno pagati puntualmente), sia facendo una o più leggi per
immetterci in modo serio nei vari enti, a supporto del loro scarso
personale a séguito vari pensionamenti negli scorsi anni mai
rimpiazzati da nuovo personale (POLITICHE
ATTIVE),
e sia avviando investimenti al Sud (anche, e forse soprattutto, coi
fondi europei), che - come lei mi insegna - portano lavoro e
ricchezza diffusa sul territorio, abbassando le tasse ed incentivando
le imprese ad investire e quindi ad assumere personale, senza
dimenticare di sbloccare il settore dell’edilizia - carro
trainante, da sempre - che è, ormai, al tracollo (POLITICA
ECONOMICA ED INDUSTRIALE),
2) in
contemporanea, dicevo, nell'immediato, massimo impegno a pagarci
l'indennità di mobilità in deroga, parecchi siamo fermi al 31
gennaio del 2014 (e – pure – mi dicono – circa 1.200 persone
avanzano ancòra la mobilità per parecchi mesi del 2013!); quindi
saldare sùbito il 2013 – agli aventi diritto – e sùbito
mettervi in linea coi pagamenti per il 2014 (anno che, ormai, è già
terminato da oltre quattro mesi: siamo, infatti, a maggio 2015!),
come dirò al punto seguente,
3) supportare
la nostra Regione (che dovrà farvi apposita richiesta), concedendole
sùbito una deroga
al
vostro decreto legge di agosto 2014 per prorogare la mobilità anche
per l'intero c.a. 2015 (ho letto che altra regione italiana è stata
già supportata in tal senso) e pagare puntualmente ogni mese le
spettanze, senza farci sentire un “peso” per la società, anche
perché ciascuno di noi - prima di diventare disoccupato, a causa
della crisi - è stato lavoratore dipendente per tanti anni,
4) eliminare
la sconcezza, la porcheria, mi perdoni il termine, della tassazione
Irpef separata
sull’indennità di mobilità percepita nell’anno successivo
rispetto a quello di competenza, imponendo all'Inps (ente erogatore
le somme, quindi “sostituto d'imposta”) – io stesso, tempo fa,
ho lanciato una petizione online appositamente per questo – di
defalcare sùbito le detrazioni spettanti ai singoli percipienti sia
per “detrazione per lavoro dipendente” e sia per carichi di
famiglia, per non costringere la gente a percepire il rimborso dopo
anni di attesa, e quindi a subire nell'immediato una sorta di
“prestito forzoso dai poveri cristi allo Stato, al Fisco insomma”:
si mangia giorno per giorno, non fra anni, ed i soldi sono già pochi
di per sé...!
Grazie
per tutto ciò che farà per noi Presidente. Buona sera e buon
lavoro!”
ORA,
COME GIA' DETTO ALL'INIZIO,
LE STESSE COSE LE
DICIAMO, SUGGERIAMO E CHIEDIAMO A VOI SIGNORI POLITICI E FORZE
SINDACALI.
GRAZIE PER
TUTTO CIO' CHE VORRETE FARE PER NOI...
NOI, DA
PARTE NOSTRA, VI OFFRIAMO TUTTA LA NOSTRA COLLABORAZIONE,
SUGGERIMENTI, IDEE...!
Addì
06/05/2015.
Salvatore BRUNO BOSSIO
SUCCESSIVE AGGIUNTE
ED INTEGRAZIONI – SEMPRE A CURA DEL SOTTOSCRITTO SALVATORE BRUNO
BOSSIO – DEL 13/05/2015:
Visto che si parla di
REDDITO MINIMO (o REDDITO DI CITTADINANZA, ed altri vari nomi, ma la
sostanza non cambia: trattasi di sussidio alle persone più povere e
bisognose, in età lavorativa, che – a causa della fortissima
disoccupazione e della crisi in atto da tempo – non hanno un
lavoro, che fornisca loro un reddito per vivere dignitosamente), qui
di séguito formulo, brevemente, alcune mie personali osservazioni,
dubbi e suggerimenti:
Premetto che l’aiuto
economico di cui trattasi è cosa buona e giusta, che c’è in tutta
l’Europa fuorché in Italia (addirittura, sentivo dire, non so se
sia vero, che c’è, o c’era, anche in Grecia, messa male com’è!),
che andrebbe istituito utilizzando (e ciò, purtroppo, però, non
credo sia possibile “in toto”) i fondi, cospicui, del FSE
(Fondo Sociale Europeo), e che noi italiani
siamo sempre bravi e rapidi (se non tra i primi in assoluto) a
recepire nel nostro ordinamento le cose “brutte”, tipo i doveri,
le maggiori tasse, i divieti, ecc., dell’UE (Unione Europea),
insomma “a fare i compiti a casa” perché “ce lo chiede
l’Europa”...e poi siamo sempre gli ultimi a recepire le (in
verità poche) cose “buone” dell’Europa per i cittadini,
insomma per il Popolo italiano!
Questa cosa buona del
REDDITO MINIMO
andrebbe, comunque, prevista ed attuata come – diciamo – seconda
istanza, nel senso che al primo
posto, quindi prima
istanza, occorre mettere sempre il
LAVORO, che è
l’unica cosa che produce ricchezza e sviluppo (mentre il reddito
minimo, pur essendo utile, rischia, di essere
un investimento parassitario ed improduttivo,
senza contare l’enorme costo che comporterà, come proverò a
dimostrare fra poco con un semplice calcolo numerico, tenuto conto
della disoccupazione altissima, qui in Italia ed in Calabria (qui in
Calabria, anzi, ancòra più alta!), e del fatto che non abbiamo più
la SOVRANITA’ MONETARIA (persa, anzi – direi – rubataci con
l’entrata nell’euro!), ed inoltre rischia di avvantaggiare le
importazioni dagli altri Stati, in primis dalla Germania, anziché
incoraggiare la produzione qui in Italia, e quindi l’aumento della
nostra occupazione, in un circolo vizioso positivo, che
significherebbe – solo esso – tra le altre cose – aumento del
nostro PIL (Prodotto Interno Lordo)… E queste cose non le dico io,
ma alcuni tra i migliori economisti, tra i quali spicca – a mio
giudizio – il professor Claudio Borghi, peraltro italiano).
IPOTESI DI CALCOLO
DEL REDDITO MINIMO DI EURO 600,00 (SEICENTO/00) MENSILI IN TUTTA
ITALIA:
Come ho letto in uno
scritto del prof. Claudio Borghi, mia fonte nel caso specìfico, il
quale – a sua volta, ovviamente – si è basato sui dati
dell’Istat, per evitare rischi di una nuova presa in giro come i
famosi “80 euro” di Renzi, e per evitare – quindi – di
scadere nel “reddito di ignoranza”, preciso sùbito che – per
l’alto costo – è improponibile, e poi – anche se fosse
sostenibile finanziariamente – sarebbe sbagliato
come prima istanza, per quanto dicevo già
sopra (mancanza di crescita della produzione in Italia, se in prima
istanza non si crea lavoro, e, quindi, mancanza di crescita del
nostro PIL ed incremento delle importazioni). Ed ecco ora un semplice
calcolo:
I disoccupati in Italia
sono più di 3 milioni (sono quelli che già cercano il lavoro). Ad
essi vanno aggiunti circa 3 milioni di “scoraggiati” (cioè
inoccupati che hanno rinunciato a cercare attivamente il lavoro). Poi
ci sono i “redditi zero” che sono 9 milioni, ma facciamo finta di
non vederli... (altrimenti i costi andrebbero alle stelle ancòr di
più)! Limitiamoci quindi ad un prudentissimo calcolo su soli 6
milioni di persone (composto, quindi, dai soli disoccupati + gli
“scoraggiati”), e consideriamo la proposta dell’On.le Enza
Bruno Bossio, deputata del PD, di euro 600,00 mensili (anziché degli
euro 780,00 mensili della proposta del M5S di Beppe Grillo, che poi è
la soglia di povertà, ecco perché la cifra non tonda...), e non
consideriamo – per non complicarci i calcoli, e la vita,
inutilmente – neppure la proposta, sempre del M5S, di “conguaglio
dei redditi bassi agli euro 780,00”... Calcolo: euro 600,00*12 mesi
= euro 7.200,00 (minimo costo annuo di una sola persona)*6 milioni di
aventi diritto (stra prudente) = 43 miliardi e
200 milioni di euro!!! (la proposta di legge
del M5S parla di appena 19 miliardi di euro di coperture, che poi
sono pure ridicole...quindi inconsistenti. Insomma, di cosa
parliamo!?) Ma il FSE (Fondo Sociale Europeo) permette questo
finanziamento!? Ed ha tutta questa capienza!? (chiedo, me lo chiedo,
io non lo so...)
IPOTESI DI CALCOLO
DEL REDDITO MINIMO DI EURO 600,00 (SEICENTO/00) MENSILI PER LA SOLA
NOSTRA REGIONE CALABRIA:
E’, purtroppo, ormai
risaputo che il LAVORO è la piaga sociale della Calabria. La
percentuale di disoccupazione, infatti, che è al 23,4%, fà della
Calabria la regione con il maggior tasso di disoccupazione d’Italia!
Trattasi dei dati Istat riferiti all’intero scorso anno 2014 (che
ha registrato un punto percentuale in più di disoccupazione rispetto
al 2013): parliamo di 160mila persone che non hanno un’occupazione
(69mila donne e 91mila uomini). Tra questi, 22mila sono ragazzi
laureati, 71mila sono le persone che hanno perso il lavoro e ne
cercano uno nuovo, 65mila – invece – sono le persone che non
hanno avuto alcuna esperienza lavorativa pregressa. Calcolo: euro
600,00*12 mesi = euro 7.200,00 (minimo costo annuo di una sola
persona)*160 mila aventi diritto = 1 miliardo
e 152 milioni di euro!!! Ripeto la mia
domanda: “Ma il FSE (Fondo Sociale Europeo) permette questo
finanziamento!? Ed ha tutta questa capienza!?” (ripeto, chiedo, me
lo chiedo, io non lo so...)
Considerazioni finali,
valide per entrambe le ipotesi di calcolo di cui sopra (intera Italia
o solo nostra regione Calabria):
Si parla di
cancellazione della Cig (cassa integrazione guadagni) e degli
ammortizzatori sociali come l’indennità di mobilità in deroga...
Ciò è una cosa assurda! Perché? Ebbene, perché se il
cassaintegrato o il lavoratore in mobilità in deroga perde la cassa
integrazione o l’indennità di mobilità diventa DISOCCUPATO e
quindi si AGGIUNGE al numero degli aventi diritto, non è che
sparisce...!
Inoltre, l’altra
volta anche il Ministro del Lavoro, Poletti, in collegamento da Roma
durante il convegno dell’on.le Enza Bruno Bossio sul reddito
minimo, tenutosi qui a Cosenza, parlava dell’ISEE
(che è il rapporto tra l’ISE (parametro che determina la
situazione economica del nucleo familiare, che scaturisce dalla somma
dei redditi e del 20% del patrimonio mobiliare ed immobiliare di
tutto il nucleo familiare) ed il numero dei componenti del nucleo
familiare in base ad una scala di equivalenza stabilita dalla legge)
quale, appunto, parametro per individuare chi agevolare e chi no,
visto che le risorse non sono infinite per dare il sussidio a tutti
gli aventi diritto in linea teorica... Ciò significherebbe che
basterebbe il possesso di una casa per essere fuori dai requisiti e
che, quindi, il REDDITO DI CITTADINANZA andrebbe solo a nomadi e
similari (che “bruciano” tutti – appunto – sui requisiti:
assenza di redditi e non possesso di casa, depositi, ecc...).
Insomma, il metodo dell’ISEE in teoria è buono, ma in pratica i
risultati sono sbagliati! C’è una bella differenza tra il sussidio
a chi è in miseria (che – tra l’altro – c’è già e si
chiama “social card”; andrebbe solo incrementata) ed il REDDITO
DI CITTADINANZA! Basta saperlo...
Salvatore BRUNO BOSSIO