C'è sempre una folla di incapienti mentali (piddioti vari,liberisti pentiti per il loro fallimento.....) che continuano a
chiedere più Europa...Europa federale,Stati uniti d'Europa,Europa politica....e chi più ne ha,più ne metta...
Dio ci scampi da una unione politica o altre simili soluzioni che non farebbero che moltiplicare i problemi dell' unione economica attuale,già una sciagura per i popoli.
Gli Stati Uniti d’Europa sono un progetto antistorico, il loro fallimento è sotto i nostri occhi,
I sostenitori di queste tesi sembrano non tener affatto conto della realtà.
1- i paesi monarchici (Spagna, Benelux, Svezia, Danimarca, Norvegia ed Inghilterra) accetterebbero di federarsi in una unione repubblicana? Nel caso, si è mai vista una repubblica con enclaves monarchiche al suo interno? Anche ignorando il problema, evitando di definire la natura del nuovo stato, resterebbero problemi non secondari di convivenza fra monarchie e repubbliche, quantomeno sui principi del diritto costituzionale.
2 - Analoghe considerazioni si potrebbero fare a proposito della convivenza fra stati unitari centralizzati (come la Francia), stati federali (come la Germania) e stati regionali (come Italia e Spagna). Bisognerà scegliere un criterio unico per l’intera Unione. E se gli stati nazionali sopravvivranno come unità federate, che senso avrà suddividerli al proprio interno in ulteriori unità federate?
3 - Inoltre, non si dà Stato senza costituzione. L’Inghilterra ne ha una consuetudinaria (come altri paesi del suo vecchio impero), ma la norma è quella delle costituzioni scritte. Quando si è provato a scriverne una per la Ue, ci si sono impiegati circa cinque anni ed il risultato è stato un testo improponibile di circa 600 pagine, con articoli disseminati di commi e sottocommi che si contraddicevano a vicenda, descrivendo un processo decisionale macchinoso e caotico. Giustamente quell’aborto di costituzione venne ripetutamente impallinato nei referendum popolari di Francia e Danimarca, dopo di che non se ne parlò più. Grazie a Dio.
4 - Occorrerebbe quantomeno eleggere una Assemblea Costituente Europea, nella speranza che essa riesca a produrre in tempi accettabili (un anno o poco più, al massimo) questo tipo di costituzione. Dopo ciò, sa va sans dire, sarebbe necessario quantomeno un referendum popolare in ogni paese per vedere quali popoli sono disposti a ratificare la nuova Costituzione e la confluenza del proprio nel nuovo Stato. Insomma, non proprio una cosa che si fa dalla sera alla mattina. Ma, nel frattempo, che fine fanno le costituzioni nazionali, restano vigenti o no? Peraltro, dopo l’eventuale approvazione della Costituzione federale, occorrerebbe adeguare le costituzioni nazionali a quella federale per tutto quanto sia in contrasto con essa. Ed occorrerebbe una Corte Costituzionale (o Suprema) Europea che giudichi se l’adeguamento sia soddisfacente o meno.
5 - Peraltro resterebbe il problema del dualismo economico fra area mediterranea e nord Europa (e parlare di dualismo è molto ottimistico, perché in realtà le realtà divaricanti sono ben più di due)
C’è poi la fastidiosa questione della lingua: quale sarà quella ufficiale dell’Unione?
Venendo a questioni di minor peso: uno Stato ha una Capitale, dove la mettiamo? Berlino?
Quindi,parliamo di cose più serie:secondo voi chi vince fra Germania,Brasile,Argentina,Inghilterra ed Italia?Parlo del campionato di calcio ovviamente….
http://www.aldogiannuli.it/2012/06/unita-europea/Vediamo le altre alternative dei fautori del "più Europa",lasciando perdere
quelle politiche.
Le tre strade comunemente indicate:
(1) una “Bce simile alla Fed”;(2) gli eurobond di qualsiasi tipo;(3) politiche espansive del NordTutte e tre le ipotesi urtano tutte contro un limite che agli occhi dell’economista risulta ovvio.
Tutte e tre comportano il trasferimento di risorse dal Nord al Sud, esattamente come comporterebbe trasferimenti simili l’esistenza di uno Stato federale europeo.
Una Bce più inflazionistica trasferirebbe risorse dai creditori ai debitori (sapete bene che l’inflazione svantaggia il creditore, che presta moneta “pesante” e viene rimborsato in moneta “leggera”, cioè dotata di minor potere d’acquisto)
Qualsiasi forma di
mutualizzazione del debito comporterebbe uguali trasferimenti di risorse o garanzie da parte dei paesi del Nord; lo stesso vale, implicitamente, per qualsiasi politica espansiva del Nord.
Il vantaggio competitivo della Germania deriva, come ammettono gli stessi economisti tedeschi, dalla
precarizzazione del lavoro e dalla compressione dei salari. Compressione dei salari significa espansione dei profitti.
Ci andate voi dai capitalisti tedeschi a dire che devono ridurre i propri profitti e pagare di più i propri lavoratori per fare un piacere a noi?Quindi la fede federalista, la granitica certezza che il “più Europa” ci salverà, che sia così santa da giustificare qualche lieve danno collaterale (che tanto riguarda gli altri)
si sbriciola come un wafer contro il granito della logica economica e politica:
non si son mai visti dei vinti minacciare credibilmente i vincitori, dopo essersi legati le mani dietro la schiena col cambio fisso.Ma vediamo qualcos'altro ancora ...Nel periodo della globalizzazione abbiamo visto repressione salariale ovunque nel mondo. La caduta principale della quota salari è stata pari -8% in Germania, in Italia -5%.La compressione dei salari nel breve periodo è una politica che frega il vicino: si cerca di fare dumping salariale, di pagare il lavoro a vile prezzo, per essere più competitivi e vendere di più all'estero,
crescere sulla domanda altrui (finanziata dal debito) anziché sulla propria (finanziata dal reddito).
Alla fine però diventa sempre una politica che frega se stessi, perché
la compressione dei salari distrugge il mercato interno e in un'Unione Economica distruggere il mercato interno significa andare contro la logica dell'economia.
(quanto sta accadendo in Germania)L’Eurozona è stata gestita come un gioco a somma zero, dove quello che vinceva la Germania veniva perso dai paesi del Sud.
Il gioco a somma zero sta diventando un gioco a somma negativa. L’euro è un morto che cammina.
Se si prende una valuta unica si avrà un unico tasso di interesse, e questo sarà troppo basso per i paesi deboli (sia per il loro settore pubblico che per quello privato).Ora la Germania ci accusa, ci dice che abbiamo avuto condizioni di credito troppo facili, troppo buone, ed è vero! È verissimo!
Ma è proprio questo l’argomento che dimostra quanto sia illogico l’euro, perché diversi paesi devono avere tassi di interesse diversi per gestire bene le loro economie.
Ci sono effetti perversi anche sui paesi forti, ed è importante sottolinearlo. Se si abolisce il rischio di cambio, se si eliminano i segnali legati ai tassi di cambio, le istituzioni finanziarie e private dei paesi forti presteranno troppo all'estero.
Le banche tedesche hanno prestato troppo all'estero. Non ti puoi indebitare troppo se non c'è nessuno che presta troppo.La moneta unica ha un incentivo perverso, per i paesi forti, oltre a quello di spingerli a prestare troppo.
La moneta unica è troppo debole per i paesi forti, come la Germania, e consente dunque ad essi di fare grandi profitti rispetto esportando verso i paesi deboli. Il rovescio della medaglia è che
questa facilità di far profitti col cambio drogato disincentiva gli investimenti produttivi. Il settore privato non finanziario dei paesi forti investe troppo poco a casa propriaAndiamo a vedere i dati: la Germania è il paese col
più basso rapporto tra investimento e PIL in Europa nel periodo
1999-2007. Insomma: dimenticatevi la favoletta dalla Germania che è competitiva perché investe tanto. Scordatevelo,va bene?
(dwellings=edilizia)
Cosa ha fatto la Germania?
Ha fatto una politica assolutamente standard di
dumping salariale, esattamente quella che, ironia della sorte, rimproveriamo alla Cina....I paesi del Nord ci danno la colpa della crisi perché non avremmo fatto le riforme strutturali. Cosa sono le riforme strutturali? Sono pagare un po' meno i lavoratori.(a lor signori non importa più di tanto la riforma del Senato,delle Province....importa sopratutto la riforma sul lavoro,una certa riforma...facile indovinare perchè...)La Germania ha cominciato a farlo nel 2002.
In nero vedete la
quota salari in Germania dal 2002 al 2007,
e il suo crollo dopo le cosiddette riforme Hartz. La discesa dei salari è impressionante, e ha reso possibile un aumento di competitività proprio perché il tasso di cambio coi principali partner era fisso.
Osservate l’andamento della
disuguaglianza del reddito in Germania: vedete quanto è aumentata rapidamente dopo l'approvazione delle cosiddette riforme strutturali?
La Germania è il paese della zona euro dove le diseguaglianze sono cresciute di più in questo periodo: la povertà cresce, cresce il divario fra Est e Ovest, e quello tra lavoratori strutturati e lavoratori precari o con contratti atipici.(i tedeschi non lavorano tutti alla Volkswagen....!)Il giochetto sporco della Germania: comprimere le dinamiche dei salari reali al di sotto della dinamica della produttività
Due condizioni sono necessarie per superare la crisi.Primo, armonizzare i mercati del lavoro dei paesi membri, riportando i salari reali in linea con la produttività del lavoro ovunque nella zona euro, perché se un paese fa il giochetto sporco della Germania comprimendo le dinamiche dei salari reali al di sotto della dinamica della produttività alla fine saltiamo tutti. Dobbiamo
regolamentare nuovamente i mercati finanziari europei, e naturalmente dobbiamo
smantellare l'euro, e dobbiamo farlo ora, sia per motivi di breve termine che per motivi di lungo termine.
Per quanto riguarda il
debito pubblico, la situazione attuale è molto simile a quella vissuta alla fine della Seconda guerra mondiale. Veniamo da trent'anni di guerra del capitale contro il lavoro. Cos’è successo a quel tempo, cosa è stato fatto dai governi dopo la Seconda guerra mondiale?
Questo è stato il periodo in cui i salari reali sono cresciuti in linea con la produttività, quindi c'è stata
una equa distribuzione del reddito. La seconda è che abbiamo regolamentato i mercati finanziari
La liquidazione dell'enorme debito dopo la Seconda guerra mondiale è stato resa possibile da due cose:
1- intanto, da quello che gli economisti chiamano
"repressione finanziaria" (io la chiamerei piuttosto
"regolamentazione finanziaria").
Cosa vuol dire repressione finanziaria? Dovremmo reintrodurre per esempio qualche forma di regolamento, tipo il
Glass–Steagall Act, cioè separare le banche commerciali dalle banche d'investimento, perché il modello tedesco di banca universale non ha funzionato. Dovremmo riconsiderare la posizione delle banche centrali.
L'indipendenza della banca centrale è stata additata come
una minaccia alla democrazia da economisti come il premio Nobel Josef Stiglitz2 - La seconda cosa che ha facilitato il rientro del debito è stata l'
equa distribuzione del reddito: il capitalismo funzionava come afferma (o pretende) di funzionare, cioè pagando i fattori della produzione in funzione della produttività. Ciò ha favorito la crescita e ha evitato l’accumularsi di ulteriori debiti per assorbire la produzione, rendendo possibile il rientro dai debiti pregressi, perché qualsiasi problema di debito è sempre un problema di crescita del reddito.
Cosa vuol dire adeguata distribuzione dei redditi? Ci sono diverse proposte: ne prendo una di un economista tedesco, per mostrarvi che i tedeschi non sono i miei nemici.
Un'equa distribuzione del reddito vuol dire che
il salario nominale contrattuale dovrebbe aumentare al tasso della crescita della produttività aumentato dall'obiettivo d'inflazione (se decidiamo di conservare un obiettivo d’inflazione comune fra paesi europei).
Questo significa equa distribuzione del reddito: che chi produce sia remunerato in proporzione al proprio contributo.
(due condizioni praticamente impossibili nell'attuale sistema euro)L'euro è un morto che cammina
(..e che fa altri morti)(stralci sa Alberto Bagnai)(
il corsivo é nostro)
Euro, quelli che ‘se ne usciamo ci sarà la corsa agli sportelli’Mentre gli oligarchi, quelli per i quali i suicidi provocati dalla crisi sono
“l’emersione di una contraddizione tale da aprire la strada a un progetto costituente europeo”,(non c'è male come espressione delinquenziale..!),se ne stanno ben rinchiusi e defilati nei loro bunker, nelle strade, casa per casa, lotta un’improbabile armata Brancaleone di bambini soldato, mandati allo sbaraglio con argomenti tanto insulsi quanto terroristici. Fra questi, come spesso accade, il più convincente ad occhi inesperti è anche il più ridicolo agli occhi del professionista. Ma se il pubblico non coglie immediatamente il ridicolo, la colpa non è certo sua: la colpa è di un sistema dell’informazione volto da trent’anni a distorcere i più elementari fatti economici.
Per ripristinare un minimo di buon senso, però, basta poco, come spero di chiarirvi se avrete la pazienza di leggermi.
Dunque: li avete mai sentiti
quelli che raccontano che se si uscisse la nuova lira si svaluterebbe, e quindi, nell’imminenza di questa prospettiva, ci sarebbe una fuga di capitali all’estero, preceduta da una corsa agli sportelli (che gli espertoni chiamano
bank run)?
La conclusione dei nostri economisti improvvisati è che privando di liquidità il sistema economico italiano, questo fenomeno condurrebbe rapidamente l’Italia al collasso.
Ora, questo argomento è infondato per un semplice motivo:
chi aveva soldi da portare all’estero lo ha già fatto, e ha fatto bene, per il semplice fatto che
l’euro a 1.37 (diciamo 1.4, arrotondando) sul dollaro è troppo alto, come anche Prodi autorevolmente ci ha ricordato,
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/03/leuro-una-moneta-che-funzionerebbe-solo-se-fosse-la-lira/898941/ (che paraculo però...il signor Prodi!)il che apre la strada a due soluzioni:
o l’euro si svaluta, o crolla sotto il proprio peso.La perdita da svalutazione quindi, da qui ai prossimi due anni, ci dovrà essere in ogni caso. Anch’io, che di soldi ne ho pochi, li ho portati all’estero, in modo del tutto legale, investendoli in un fondo dove ho pesato opportunamente dollaro e mercati emergenti, evitando l’Europa (il che non significa escluderla, perché non si devono mai mettere tutte le uova in un solo paniere, ed è sempre bene comprare “basso” per vendere “alto”). Punto. Chi ha senno fa così e lo ha già fatto (come credo abbiano fatto tutti quelli che mi leggono), perché non ha comunque senso investire in un continente che si sta suicidando e va da un rimbalzo del gatto morto al successivo.
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/05/15/pil-italia-01-nel-primo-trimestre_04e78195-a8ca-41c4-8266-c0b46d183230.htmlSe ti vuoi proteggere da una svalutazione, devi investire nella valuta rispetto alla quale sei rivalutato (cioè il dollaro) e se vuoi rendimenti devi investire in economie che crescono (Usa e emergenti).
La morale della favola è che agli intervistatori che con aria sapiente (“Eh, ora ti metto io in difficoltà!”) mi chiedono: “Ma lei cosa farebbe?”, io rispondo: “Niente, perché ho già fatto quello che c’è da fare. Lei no? Mi dispiace.”
Dirò di più.
Il rischio di svalutazione drastica, e in generale il “rischio paese” dell’Europa, è molto più remoto in caso di dissoluzione che in caso di mantenimento dell’euro. Paradosso? No, logica.
Il nostro principale concorrente è e resta la Germania.
Ora, se noi ci sganciamo da lei, solo un fesso patentato può pensare che la Bundesbank lasci cadere la nuova lira del 20% in una notte, non solo perché non è mai successo, ma anche perché far cadere del 20% la nuova lira significa alzare del 20% l’asticella della Germania, che ora è per lei convenientemente bassa, come affermano tedeschi tanto diversi quanto Hans-Olaf Henkel e Ska Keller.
Germania e Italia hanno una struttura di vantaggi comparati molto simile e competono sugli stessi mercati terzi.
Se noi ci sganciassimo dall’euro, sarebbe interesse della Germania non calcare troppo la mano e sostenere il nostro cambio, per non perdere importanti quote di mercato.D’altra parte, stando dentro lo “stabile” euro, ci è già successo di sperimentare svalutazioni contro dollaro del 20% pressoché istantanee. Guardate un po’ cos’è successo nel 2008, ad esempio:
Qualcuno ricorda fughe agli sportelli, inflazione al 20%, e altre amenità simili? I problemi erano, e sono, ben altri.
Mi preme anche farvi notare che
se l’euro non scompare,
l’unico modo per “risanare” le finanze pubbliche, devastate dal proprio generoso quanto vano tentativo di salvare la finanza privata, sarà quello di
“ristrutturare” il debito pubblico.
Gentile eufemismo per il più esplicito:
dare il pacco ai creditori.
Ora: con un
haircut del 20% il creditore da un giorno all’altro si vede restituire il 20% in meno, ma il debitore
non riallinea il proprio cambioe quindi, non recuperando competitività, non riesce nemmeno a restituire il restante 80% (è più o meno quello che sta succedendo in Grecia, se avete presente).
Con una
svalutazione del 20% invece, il creditore vede sì il 20% in meno, ma il debitore recupera competitività, cresce, e il restante 80% è in grado di restituirlo. Questa è logica.
Dentro l’euro quindi c’è più rischio, per i creditori (buon motivo per sottopesare l’Eurozona nei portafogli).
E allora perché tutti lo difendono?Ma è semplice: perché il Nord, come da prassi, vuole stravincere. I creditori del Nord sanno che il 20% (o più) è comunque perso, in un modo o nell’altro, ma elaborare questo lutto diventa più facile se pensi che comunque sei riuscito a mantenere
i tuoi debitori in una posizione di inferiorità competitiva (impedendo alla tua valuta di rivalutarsi).(più che elaborare lutto,mantenere giustamente il debitore in inferiorità e continuare a goderne i benefici....)Giova ricordare che sarà anche vero che noi italiani ultimamente non abbiamo vinto nessuna guerra, ma i tedeschi in compenso le hanno perse tutte. La storia si sta ripetendo.
Permettetemi di concludere con la madre di tutte le
dilettantesche scemenze:
l’idea spesso espressa da economisti improvvisati secondo cui
la famosa svalutazione del 50% (che non sarebbe tale perché i partner lo impedirebbero, come ho detto sopra)
abbatterebbe del 50% in una notte (che non sarebbe una notte perché i riallineamenti anche ampi normalmente prendono almeno un anno)
i nostri risparmi.Scusate, ma i risparmi a cosa servono? In sintesi, a tirare a campare quando si smette di lavorare, no?
Ora, io mi chiedo: ma voi, che oggi fate la spesa sotto casa, a 65 anni prenderete ogni giorno l’aereo per farla a Manhattan? Così, per sapere…
I cialtroni terroristi sistematicamente
confondono il valore esterno della moneta (il suo tasso di cambio) con quello interno (il suo potere di acquisto).Se l’euro si svalutasse del 50%, significherebbe (a spanna) che un dollaro costerebbe del 50% in più.
Ma voi il latte sotto casa lo comprate in dollari?L’obiezione (ridicola) è: “
Ma le materie prime si comprano in dollari!”.
Ma ragazzi: il costo delle materie prime è solo una parte del costo finale del prodotto, le strategie di prezzo delle imprese sono orientate a comprimere i margini in caso di svalutazione per evitare di perdere quote di mercato, ecc. ecc
.La morale della favola è che gli studi più recenti - ci dicono che
nei paesi europei una svalutazione si trasferisce sull’indice dei prezzi al consumo per circa il 23% nel lungo periodo.
Quindi anche una
svalutazione del 50%, del tutto improbabile, farebbe aumentare l’indice dei prezzi al consumo al massimo
del 0.5×0.23=11.5% distribuito su più di un anno.
Il che significa, in buona sostanza, che anche in questo scenario catastrofico l’incremento del tasso di inflazione su base annua sarebbe al massimo di
6 punti, sempre nell’ipotesi che il governo non attui contromisure, come, ad esempio, ridurre le accise sulla benzina messe da Monti, guarda un po’, per difendere l’euro.
.(1)http://www.asimmetrie.org/news/svalutazione-del-cambio-e-prezzo-della-benzina/Se invece la svalutazione fosse
di un più realistico 20%, come fra 1992 e 1993, l’impatto sull’inflazione in base annua sarebbe di
due punti.
Ehi, amici, come devo dirvelo?
Se tanto svaluteremo dentro o fuori dall’euro, se per difendere l’euro sarebbe opportuno che la Bce provocasse un’inflazione analoga a quella che ci aspetta se ne usciamo, e se per difendere l’euro dobbiamo mettere nuove imposte sulla casa e nuove accise (e in Italia un’accisa è per sempre),
mi spiegate a cosa ci serve restare dentro l’euro? A sentirci bravi come i tedeschi? Se avete un complesso di inferiorità parlatene con uno psicanalista: farete felici il vostro (o la vostra) partner.
Un economista, se non è un cialtrone, non vi dirà niente di diverso da quanto trovate scritto qui.
(
alberto bagnai)(cdr: corsivo tra parentesi nostro)--------------------
NOTA(1) Ad esempio la
benzina (che un pirla terrorista del
Sole24Ore,un certo
Plateroti,annunciava che in caso di uscita dall'euro sarebbe aumentata di 7-8 volte...! Non c'è limite all'idiozia...)
La composizione de costo del carburante aggiornata al 1° marzo 2014
1.
Accise – la voce più rilevante (69%):
Guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire)
La crisi di Suez del 1956 (14 lire)
Il disastro del Vajont del 1963 (10 lire)
Alluvione di Firenze del 1966 (10 lire)
Terremoto del Belice del 1968 (10 lire)
Terremoto del Friuli del 1976 (99 lire)
Terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire)
Missione in Libano del 1983 (205 lire)
Missione in Bosnia del 1996 (22 lire)
Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro, ossia 39 lire)
Decreto Legge 34/11 per il finanziamento alla cultura (0,0073 Euro)
0,040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92
0,0089 per far fronte all’alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011
0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro – decreto ‘Salva Italia’ del governo Monti – 6 dicembre 2011
0,0024 “Decreto del fare” Letta-Renzi 1° marzo 2014.
2. Trasporto e raffinazione (3,10%)
3. Percentuale del rivenditore (2,90%)
4.
Prezzo del greggio (25%)Se l’aumento teorico del 20% dovuto alla svalutazione della nuova Lira deve esserci esso si abbatterà soltanto sul 25% del prezzo che coincide con la materia prima. 5%Analoga situazione si verifica per il costo del
kWh elettrico e per il gas naturale,con un forte aggravio sui costi operativi del sistema Italia
-------------------
ALTRE INFO ( oltre a quanto illustrato dal Prof.Bagnai)
in ordine a smontare DEFINITIVAMENTE tutte le stupidaggini che i terrroristi mediatici euristi vanno spacciando.A- Come si é visto una svalutazione del 20-25% della nuova lira(una volta usciti dall'euro) non comporterebbe nessun dramma di quelli paventati da certi terroristi mediatici.
Senza contare che la nuova lira si deprezzerebbe rispetto all’euro-marco, ma potrebbe
apprezzarsi nei confronti di altre valute con i cui paesi di origine l’Italia intrattiene
rapporti commerciali.(Usa...).
Ma quello che è importante
non è tanto la svalutazione bilaterale fra l’Italia e un altro paese, ma il tasso di cambio effettivo che è una media pesata di tutti i tassi di cambio bilaterali principali misurata in base al valore specifico degli scambi effettuati con i rispettivi paesi d’origine
B - Ma l’aspetto più incredibile e grottesco di tutta la vicenda é che secondo gli automi con una svalutazione della lira del 20-25% avremmo un’inflazione della stessa entità.Basterebbero i dati storici per controbattere che di solito ad una tale svalutazione,l'inflazione si attesta su un terzo.Molte altre variabili influiscono sull'inflazione. Fra svalutazione e inflazione c’è in mezzo un oceano di elementi, fattori, variabili, caratteristiche produttive di un certo sistema paese che impediscono la postulata e quanto mai assurda relazione diretta di causa effetto fra svalutazione e inflazione.
Fatto sta che:
- 8 settembre del 1992 uscita dell’Italia dallo SME ,svalutazione nominale effettiva del 20%,inflazione 5%
- Dall’agosto del 2008 al febbraio del 2009 la moneta polacca si svaluta 51%, cosa sarà successo
all’inflazione in Polonia? l’inflazione in Polonia diminuisce dal 4% al3,2%!
Forse l’automa …..è male informato!Bisogna spiegargli la semplice
differenza tra inflazione e svalutazione: l’inflazione misura il valore interno della moneta tramite il potere di acquisto,la svalutazione (o rivalutazione) serve invece a quantificare il valore esterno della moneta tramite il tasso di cambio.
La verità é che l’inflazione mantenuta artificialmente bassa in Europa serve più che altro a proteggere nel tempo il valore dei grandi patrimoni accumulati dagli oligarchi, dai capitalisti, dagli speculatori, e da tutti coloro che vivono di rendita senza sapere neppure cosa sia il lavoro.. C - Usciamo dall'euro,e il cambio é 1 Nuova Lira= 1 Euro (per comodità di conto)
Nel mercato interno non succede praticamente nulla,1 kg di pane costerà 1 Lira,invece di 1 euro.
Idem per i risparmi,resteranno identici,a meno che non vogliate comprare una casa in Olanda o una BMW tedesca.Certo costerebbe di più.E allora? Compreremmo più auto italiane.
Ma avrebbero convenienza i tedeschi a mantenere una tal situazione,con loro prodotti fuori mercato? Certamente no.(ecco perchè temono l'uscita dell'Italia,un mercato importante per la Germania)
D - Certo le importazioni costerebbero di più,ma i nostri prodotti sarebbero molto più convenienti....le esportazioni aumenterebbero di molto (grazie al recupero della competitività di prezzo delle aziende italiane rispetto a quelle estere e ad un miglioramento della domanda interna),
facendo riapprezzare la nuova lira (la domanda di lire cresce presso gli importatori per pagare il loro import)
,fino a raggiungere l'equilibrio del sistema a medio termine.E - Naturalmente,
ritornando uno Stato Sovrano ,uscendo dall'euro ,e con una
BC nazionalizzata,é questa che decide i tassi d'interesse.
In uno scenario di uscita dell’Italia e ritorno alla lira,con tutto ciò che comporta in termini di ripristino di una corretta e normale politica monetaria da parte della
“nostra”Banca Centrale Nazionalizzata, non si capisce bene il motivo per cui l’autorità monetaria nazionale
dovrebbe subito procedere ad un aumento dei tassi di interesse: la nostra bilancia commerciale è pressoché in pareggio e con la svalutazione della nuova lira dovrebbe andare rapidamente in surplus, mentre
il perdurante deficit delle nostre partite correnti è dovuto soprattutto agli interessi sul debito da corrispondere agli investitori stranieri.I tassi di interesse potranno essere invece gestiti tranquillamente da Banca d’Italia
, adeguandosi al basso regime di tassi di interesse, che al momento viene adottato un po’ dovunque da tutte le Banche Centrali del mondo e consente un abbondante afflusso di denaro, quanto meno nel settore bancario.
La Banca Centrale
riprendendo a sostenere direttamente i deficit pubblici come avveniva prima dello sciagurato divorzio fra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro del 1981,
agendo da acquirente residuale dei titoli invenduti può controllare adeguatamente i tassi di interesse sui titoli di Stato.
F -
Il governo tasserà e spenderà in Lire,
ma chi avrà un conto corrente in euro potrà mantenerlo.Ovviamente,dovendo poi pagare e comprare in Lire,sarà lo stesso correntista a dover cambiare gli euro in lire.(sempre che l'uscita dell'Italia (o della Francia) che non é la Grecia (2% del Pil europeo)non determini,come probabile,il crollo dell’unione monetaria in toto, siglando la fine dell’euro.nel qual caso ci sarebbe un riallineamento di tutte le monete europee,in base al cambio flessibile)
G - Un governo a moneta sovrana,potrà dar impulso alla DOMANDA,a tutto il sistema produttivo...finanziando opere,infrastrutture....creando così VERA occupazione,REDDITI e aumentando la ricchezza del Paese.
Non esiste nessun pericolo di inflazione almeno fino alla piena occupazione...ma uno Stato sovrano ha comunque diversi strumenti per controllarla: emissioni di titoli per drenare circolante,imporre tasse (che hanno una ragion d'essere solo nei periodi dio crescita,e non come nella attuale situazione di vergognosa austerity....una totale demenza l'aumento di tasse..)
Non dovrebbe più inoltre pagare interessi per finanziarsi,pagando
tassi superiori all'inflazione,cosa che non consentirà mai di pagare nessun debito
.Perché mai chi acquista titoli di stato privi di rischio e con la garanzia di essere ripagato a scadenza, dovrebbe ottenere rendimenti superiori all’inflazione? (come accade ora)
Un piccolo esempio di questa aberrazione (dati 2013)
Due ipotesi: USA e ITALIA
PIL Reale + Inflazione > Tasso d’indebitamento Riduzione del debitoPIL Reale + Inflazione < Tasso d’indebitamento Aumento del debitoPer gli USA abbiamo: 2,2 + 2
> 1,8% -
il debito si riduce del 2,6% ogni anno (4,4-1,8)
Per l’Italia abbiamo: -2,2 + 2,5
< 4% -
il debito sale del
3,7% ogni anno (4-0,3)
( diciamo che raddoppia quindi ogni circa 25 anni)
Mentre l’economia USA cresce annualmente del 4,4%, la nostra povera Italia segna un preoccupante + 0,3% (-2,2 + 2,5= 0,3)in termini di crescita nominale.
Mentre l’Italia paga tassi d’interesse del 4% , gli USA pagano interessi dell’ordine dell’1,8% grazie al fatto che attraverso i vari Quantitative Easing
comprano il debito emesso comprimendo i tassi .
L’Italia invece deve collocare i titoli (BTP,CCT,CTZ) sul mercato e pagare a questo un premio ben più elevato.
Il tutto accade paradossalmente mentre gli USA fanno
deficit di bilancio del 7-8% annui e l’Italia, grazie al fiscal compact voluto da tutte le forze politiche in Parlamento, realizza
degli avanzi primari di bilancio aumentando le tasse e cercando di comprimere la spesa pubblica.
Posto che
il deficit è la condizione fisiologica di uno Stato che eroga servizi alla popolazione e che è da imbecilli pensare di voler realizzare dei Surplus di bilancio ( cosa che accade oggi), la normale conseguenza di un innalzamento delle imposte e riduzione della spesa
è la contrazione della domanda, dei
consumi e quindi del PIL.Se il PIL si riduce, il rapporto Debito/PIL cresce e finisce fuori controllo come oggi, dove nonostante gli sforzi fatti , siamo in una situazione disperata. Altro che tendere al 60 %; qui si andrà dritti dritti al 150%!!
Il fiscal compact è una follia, una mostruosità:
imporre a forza il pareggio di bilancio pubblico in Italia è un cappio al collo che ci strangola perché distrugge l’economia reale e vede comunque aumentare il rapporto Debito/PIL.Se si procede attraverso l’Austerity ( riducendo la spesa ed aumentando le imposte),
il reddito nominale non aumenta più e se per finanziare il tuo debito sei costretto a ricorrere al mercato per vendere i BTP, allora dovrai pagare tassi ben superiori all’inflazione anche di un 3%.Il risultato? Il risultato è che nonostante tutti gli sforzi,
ogni anno il debito pubblico aumenta,e il rapporto Debito/PIL finisce col peggiorare.
H - Il discorso
sul maggiore costo dei mutui in euro, conseguente ad un ritorno alla lira e tirato in ballo ripetutamente dagli automi come controprova del disastro catastrofico di un’eventuale uscita dalla zona euro, risulta in effetti
l’argomento più facile da smontare e in un certo senso quello più esilarante. Secondo i ridicoli e caracollanti sragionamenti degli automi, chi ha contratto un mutuo in euro vedrebbe aumentare il costo del debito e della corrispondente rata del 20% circa, in seguito alla svalutazione dello stesso ordine di grandezza della lira.
Ma se questo nuovo debito venisse
denominato in nuove lire, con un rapporto dicambio di 1:1 con l’euro, di quale perdita stiamo parlando? I mutuatari pagheranno il loro debito con la nuova moneta, senza accorgersi minimamente del passaggio (la svalutazione nei confronti delle monete estere non entra affatto in gioco in questo caso, perché stiamo parlando di un processo tutto interno alla giurisdizione nazionale) e anzi, qualche punto di inflazione in più li aiuterebbe a ripagare con meno affanni il debito ancorato invece al vecchio valore della moneta(l’inflazione aumenta sia i prezzi dei beni che dei salari,
mentre il valore nominale del debito non viene modificato, diventando più gestibile nel corso del tempo).
Tornando alla nostra povera Italia,la verità è che siamo circondati da un manipolo di talebani dell’Euro e dell’Europa,una schiera di pirla di destra, sinistra,centro che non solo non capiscono l’economia , ma neppure l’aritmetica.Insomma,non riesco a trovare nessuna seria controindicazione ad una uscita dalla Ue e dall'euro da parte dell'italia....ammesso poi che l'euro esista ancora....
Vedo solo vantaggi a ritornare sovrani e a gestire la propria moneta.
la causa dell’elevato debito pubblico, attualmente di 2.100 miliardi, sta nel fatto che negli ultimi trenta anni lo Stato italiano ha pagato più di 3.000 miliardi di interessi. La soluzione del problema è quindi ridurre il costo degli interessi sul debito ad un livello pari o inferiore all’inflazione, come accade in Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Cina o come si faceva anche in Italia fino al 1981. Anzi,di azzerarli...uscendo dall'euro e finanziandosi senza pagare interessi.Potremmo pure fare a meno di emettere titoli a questa bisogna.
Il problema del debito pubblico non è, quindi, un problema di deficit eccessivi, ma di interessi eccessivi: ce lo dicono i dati. Basta notare che dal 1992-1993 le spese delle Stato in Italia sono sempre inferiori alle entrate e addirittura, se guardiamo alla situazione attuale nel mondo, l’Italia è oggi il paese in cui lo Stato ha il surplus di bilancio più alto! Il debito pubblico italiano è esploso di colpo tra il 1982 al 1993, quando la spesa per interessi passò da 35 a 156 miliardi (traslando le lire di allora in euro di oggi). Si può quindi sostenere che, a parità (presumibilmente) di sprechi e corruzione, il debito pubblico è raddoppiato in percentuale del Pil a causa della spesa per interessi.
L'ECONOMIA ITALIANA E' ENTRATA IN CRISI DOPO LA PERDITA DELLA SOVRANITA' MONETARIA
Anche l'Italia ,un tempo,era così ma, sotto Ciampi e Andreatta,nel 1981,l'Italia rinunciò al vecchio sistema e si affidò,per finanziare il proprio deficit pubblico,al mercato speculativo,coll'immediato risultato di:
-far schizzare i tassi d'interesse
-raddoppiare in pochi anni dal 60 al 120% il rapporto debito/pil
-rendersi condizionabile e ricattabile dagli speculatori finanziari
-dover pagare a questi crescenti quote del proprio reddito sotto forma di interessi sul debito
-non poter generare denaro per spingere l'economia fuori dalla recessione
-essere costretta ad affamare pensionati e disoccupati
Come si è visto,i mercati in questione,cioè quelli finanziari-speculativi,non sono liberi e genuini indicatori di efficienza,bensi strumenti di profitto per chi li manipola,che non è interessato a rendere piu efficiente la spesa pubblica e la politica economica dei vari paesi,ma a guadagnare nel modo per lu piu efficiente e rapido, ossia speculate su crolli e impennate che egli stessa suscita,con strumenti che abbiamo visto in azione piu volte:lo shorting (vendita od offerta in vendita allo scoperto),il trading automatizzato ,il falso rating ecc.Quindi ha bisogno che i vari paesi siano destabizzabili,sempre con l'acqua alla gola,per costringerli a consegnar loro reddito e risparmio dei cittadini.La BCE è concepita proprio per questo:privata,segreta e irresponsabile.E tutto ciò è confermato dal fatto che l'affidamento del debito pubblico ai mercati ha prodotto un forte aumento del debito,una forte carenza di moneta per l'economia reale,una forte perdita di diritti,di reddito,di posti di lavoro ,di democrazia,di sicurezza,di speranza.
Prima del famoso "divorzio" tra Tesoro e Banca d'Italia del luglio 1981,quest'ultima aveva la possibilità di acquistare i titoli di stato partecipando all'asta,sostenendo il prezzo d'emissione,calmierando quindi il tasso di rendimento e consentendo comunque il finanziamento del deficit.
Tenete a mente pure questa: la riforma Draghi-Prodi che nel 1999 ha autorizzato le banche di credito e risparmio alle scommesse speculative in derivati usando i soldi dei risparmiatori e alle cartolarizzazioni di mutui anche fasulli,come i subprime loans americani.Sono sempre gli stessi....