Noi sottoscriventi la
presente petizione, anche a nome di tanti altri nostri colleghi che non hanno
internet e/o neppure un computer adatto per firmare online pure loro, tutti ex
percettori della mobilità in deroga (mbd) calabresi (purtroppo disoccupati),
tirocinanti e non (di tutte le varie categorie: Giustizia, Mibact, Miur, Enti
pubblici e privati...), con e senza tirocini già avviati – o in corso di avvio
– al momento del loro blocco (causa lotta alla pandemia da coronavirus,
Covid-19) da parte della regione Calabria, a seguito del generalizzato blocco
del Governo dell’intero territorio italiano, Isole comprese,
nel pieno rispetto del
fatto che non possiamo assolutamente scendere in piazza a manifestare/protestare
(per tutelare i nostri diritti e le nostre legittime richieste, peraltro – se
lo facessimo – commettendo gravi reati e, soprattutto, mettendo a rischio non
solo le nostre vite e quelle dei nostri familiari, ma anche quelle di tutta la
popolazione calabrese, e quindi italiana e non solo...) in Cittadella alla
Regione, a Germaneto di CZ, per – ripetiamo – l’impossibilità di muoverci
liberamente a causa del – citato – e purtroppo ben noto – blocco totale dei
movimenti di persone sull’intero territorio nazionale per evitare il
diffondersi della maledetta pandemia del coronavirus, Covid-19,
e nel rispetto di
quanto da poco promosso, anzi obbligato, dallo stesso Governo nazionale – coi
suoi recenti decreti del presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) - per
combattere la diffusione di tale pandemia, e cioè di utilizzare il più
possibile il c.d. “Lavoro Agile”, insomma il lavoro da casa, i media, i
computers collegati ad internet e non i classici uffici fisici (per, appunto,
evitare gli spostamenti sul territorio, tanto pericolosi per la diffusione del
virus maledetto),
avendo letto le
bozze – ancòra ad oggi in circolazione, in mancanza del testo ufficiale – del recentissimo
intero decreto legge del Governo del 16/03/2020, c.d. “cura Italia” o “salva
Italia” o altro nome, per i primi aiuti alle famiglie, imprese e lavoratori
italiani tutti, ed in particolare – almeno per ora – la bozza dell’art. 43 (Istituzione del Fondo per il reddito di
ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus COVID-19), il cui testo
(ripetiamo, per ora) è il seguente:
“1. Al fine di
garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi,
ivi inclusi i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di
previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e
10 febbraio 1996, n. 103, che – in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da
COVID-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto
di lavoro, e che nel corso del 2019 hanno prodotto un reddito da lavoro non
superiore a 10.000,00 euro, è istituito, nello stato di previsione del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo denominato “Fondo per
il reddito di ultima istanza” volto a garantire il riconoscimento ai medesimi
soggetti di cui al presente comma, di una indennità, nei limiti di spesa 200
milioni di euro per l’anno 2020.
2. Con decreto
del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro trenta
giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sono definiti i criteri di priorità e le
modalità di attribuzione dell’indennità di cui al comma 1.”
ed avendo, quindi,
notato che, come ben si evince, non sappiamo se volutamente o meno, speriamo
involontariamente, è stata completamente “dimenticata” l’intera categoria di
noi ex percettori di mobilità in deroga, mbd (calabresi, per quanto ci
riguarda), che non sappiamo se siamo 18 mila o di meno o di più (ma il numero
esatto, se si vuole, lo ha l’Inps Regionale, crediamo preciso al 90%-95%, con
la propria banca dati percettori, mai ultimata comunque da fine anno 2018, in
cui doveva essere ultimata per impegno scritto, se ricordiamo bene, presa da
detto Istituto con la regione Calabria...), che – pur essendo anche noi figli
di Dio, con altrettante famiglie da mantenere, e quindi siamo molte più persone
del numero citato – veniamo completamente lasciati abbandonati a noi stessi,
alla disperazione più totale, senza tirocini, senza reddito di cittadinanza che
ci permetta di sopravvivere, senza lavoro né sussidi o altre forme di sostegno
economico di sorta, e senza neppure la possibilità di poter muoverci sul territorio
per andare a cercare e, trovandolo, a fare qualche lavoretto “a nero” per intanto
sopravvivere...,
che piaccia o no,
ripetiamo, siamo stati anche noi per tanti anni lavoratori dipendenti, abbiamo
contribuito al Pil regionale e nazionale per tantissimi anni (altrimenti non
avremmo potuto percepire, a suo tempo, la disoccupazione e, poi, la mobilità in
deroga, e poi, dal 2014 in poi, fare le politiche attive nella forma dei
tirocini di formazione, ora diventati tirocini di inserimento sociale, tis, ma
sempre lavoratori – di fatto – siamo stati e siamo e, da anni, stiamo reggendo
gli enti in cui abbiamo lavorato, fatto tirocinio, a causa della loro cronica
mancanza di personale (visto il blocco di anni dei concorsi per le assunzioni
pubbliche), svolgendo lavoro vero a tutti gli effetti, ma senza nessuna tutela
a parte gli infortuni...,
tutto ciò detto, che fa
parte integrante del séguito,
CHIEDIAMO
sia alla presidente
della regione Calabria, Jole Santelli, e sia al presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte,
di lavorare unitamente,
congiuntamente, superando ogni attrito o diatriba politica, non è certo questo
il momento per tali quisquilie, ciascuno per le proprie competenze e tutti per
l’insieme, e – utilizzando tutti i fondi disponibili, ma anche da reperirli
appositamente (se non dovessero essere disponibili), regionali, nazionali ed
europei – nella logica emergenziale in cui si sta muovendo il Governo nazionale
di concerto con le Regioni – dare anche a noi la possibilità di sopravvivere,
con le nostre famiglie, mogli e figli, riconoscendo anche a noi tutti ex
percettori mbd calabresi, intero bacino quindi, una sorta di “reddito di ultima
istanza”, una misura straordinaria di sostegno al reddito o un ammortizzatore
sociale per la nostra categoria che dir si voglia, comunque lo si voglia
chiamare (la sostanza ci interessa, non la forma o il nome...!), di immediata
corresponsione, e senza la solita micidiale burocrazia, in quanto dobbiamo
mangiare da sùbito, tutti i giorni e non fra mesi, quindi VITALE... La nostra
situazione è a dir poco drammatica, sotto ogni punto di vista, purtroppo. Occorre
evitare in tutti i modi il tracollo totale di tutti noi, delle nostre famiglie,
dell’economia calabrese tutta. Siamo in situazione, ripetiamo, di estrema
povertà, bloccati pure in casa! Come da vigente testo della nostra cara Costituzione,
anche noi cittadini “dimenticati” dobbiamo essere tutelati come tutti gli altri
cittadini italiani... Siamo italiani, oltre che calabresi, e vogliamo
continuare ad essere orgogliosi di far parte di una Grande Nazione: l’Italia!
E chiediamo tale aiuto
straordinario non per 15 o 30 giorni, non servirebbe a nulla o quasi, ma per
tanti mesi, fino a quando non si normalizzeranno le cose, così che ognuno di
noi, poi, potrà andare a lavorare regolarmente, senza blocchi di sorta, nel
posto di lavoro normale o dignitoso che sia... Lo sappiamo tutti che l’economia
calabrese, la nostra economia, è già più fragile di quella di tante altre
regioni italiane... A tal fine CHIEDIAMO anche massimo impegno per fare, poi,
una sorta di “Piano Marshall” per il Lavoro, non si può vivere di sussidi a
vita, ci vuole il Lavoro, che è sacro, per tanti se non per tutti...!
Ripetiamo, chiediamo un
aiuto economico immediato, non una sorta di “prestito” che poi non potremmo mai
restituire, sia chiaro! Siamo – lo ripetiamo fino alla nausea – nella soglia di
povertà, tantissimi anche al di sotto di essa (povertà assoluta), e siamo stati
confinati, come sul dirsi, da anni, ma soprattutto ora, nella terra di mezzo...
Qui in Calabria, si dice che “non possiamo né fuggire né respingere”!
In attesa, distinti
ossequi.
Calabria, addì 18 marzo
2020.