sabato 22 novembre 2014

ECCO COSA AVREMMO DETTO, E CHIESTO, NOI LAVORATORI IN MOBILITA' IN DEROGA, AL PRESIDENTE RENZI, IERI SERA, A COSENZA...

AMICI, CONOSCENTI E COLLEGHI DI SVENTURA (IN MOBILITA‘ IN DEROGA), ECCO COSA AVREMMO DETTO - E, SOPRATTUTTO, CHIESTO - COL MASSIM ORISPETTO - IERI SERA A RENZI, A COSENZA, SE AVESSE VOLUTO CHIAMARE ED ASCOLTARE LA NOSTRA DELEGAZIONE (COMPOSTA DA TRE O QUATTRO PERSONE AL MASSIMO, COME CI AVEVA CHIESTO, E PROMESSO, UNA DELLE SUE GUARDIE DEL CORPO); COSA CHE, POI, PURTROPPO, OVVIAMENTE NON PER NOSTRA VOLONTA’, NON E’ AVVENUTA, CON NOSTRA GRANDE DELUSIONE, DOPO AVER PRESO TANTO FREDDO, UNA SERATA INTERA ALL‘ESTERNO (IN QUANTO, DENTRO, GLI ADDETTI ALLA SICUREZZA, NON CI HANNO FATTO ENTRARE, PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO, ESSENDO NOI - SECONDO LORO - DEI “FACINOROSI”…)…

Premesso che non avevamo portato nulla di scritto (a parte il solito striscione di noi Lavoratori in mobilità in deroga di Cosenza - GASD - di cui alle foto), sia perché eravamo - come al solito, purtroppo - quattro gatti e sia perché la possibilità di poter parlare con Renzi non era prevista, e si era prospettata lì lì, all’improvviso, ad inizio serata,
Ciò premesso,
La nostra delegazione, da noi stessi democraticamente scelta tra i pochi di noi lì presenti (e disponibili a parlare), sarebbe stata composta da tre persone, e cioè da Mario Argondizzo, Salvatore Tortora ed il sottoscritto Salvatore Bruno Bossio, e, appunto, parlando - come suol dirsi - “a braccio”, avremmo detto, e chiesto, col massimo rispetto, a Renzi quanto ségue (grosso modo, ciascuno col proprio modo di esprimersi, quindi ciascuno “mettendoci del suo”…):
(ecco, di séguito, più o meno, poche parole perché il tempo che ci avrebbe concesso era pochissimo per ciascuno di noi, mi pare si parlasse di venti minuti da suddividere in quattro persone, quello che avrei detto, e chiesto, io, sempre col massimo rispetto…)

“Buona sera Presidente!
Lei ha 39 anni di età, io 51, quindi sono più anziano di lei e - dato che sono pure ragioniere (di professione, quando lavoravo, ora purtroppo sono in mobilità in deoga…), e quindi abituato a maneggiare “numeri”, più che parole (anche se, per hobby, mi piace pure scrivere) - col massimo rispetto - le chiedo di ascoltare le nostre richieste, senza interrompermi, per favore, visto che il tempo a mia disposizione è poco; richieste, che elenco in punti per semplicità e chiarezza, punti ai quali lei dovrebbe rispondere - poi - al più presto - con FATTI CONCRETI (e non con battute, mi perdoni la franchezza, perché noi e le nostre famiglie siamo letteralmente alla fame, ed abbiamo bisogno di soldi e di lavoro per poter vivere):
 1) per prima cosa, in contemporanea al punto seguente, perchè nel frattempo dobbiamo poter acquistare il cibo, dateci LAVORO serio, retribuito puntualmente ed utile per l’intera collettività (non - mi perdoni - “palliativi”, come succede oggi, tra l’altro nemmeno pagati puntualmente), sia facendo una legge per immetterci in modo serio nei vari enti, a supporto del loro scarso personale (POLITICHE ATTIVE), e sia avviando investimenti al Sud (anche coi fondi europei), che - come lei mi insegna - portano lavoro e ricchezza diffusa sul territorio, abbassando le tasse ed incoraggiando le imprese ad investire e quindi ad assumere personale, senza dimenticare di sbloccare il settore dell’edilizia - carro trainante, da sempre - che è, ormai, al tracollo (POLITICA ECONOMICA ED INDUSTRIALE),
 2) in contemporanea, dicevo, nell'immediato, massimo impegno a pagarci l'indennità di mobilità in deroga, parecchi siamo fermi al 31 ottobre del 2013 (e tanti altri a molto prima!); quindi saldarci sùbito il 2013 e – presto, a seguire – mettervi in linea coi pagamenti per il 2014 (che, ormai, sta finendo!), come dirò al punto seguente,
 3) approvare la mobilità in deroga per l'intero c.a. 2014, supportare la nostra Regione (che dovrà farvi apposita richiesta), concedendole sùbito una deroga al vostro decreto legge di agosto scorso per prorogare la mobilità anche per il 2015 (ho letto che altra regione italiana è stata già supportata in tal senso) e pagare puntualmente ogni mese le spettanze, senza farci sentire un “peso” per la società, anche perché ciascuno di noi - prima di diventare disoccupato, a causa della crisi - è stato lavoratore dipendente per tanti anni,
 4) eliminare la sconcezza, mi perdoni il termine, della tassazione Irpef separata sull’indennità di mobilità percepita nell’anno successivo rispetto a quello di competenza, imponendo all'Inps (ente erogatore le somme, quindi “sostituto d'imposta”) – io stesso, tempo fa, ho lanciato una petizione online appositamente per questo – di defalcare sùbito le detrazioni spettanti ai singoli percipienti sia per “detrazione per lavoro dipendente” e sia per carichi di famiglia, per non costringere la gente a percepire il rimborso dopo anni di attesa: si mangia giorno per giorno, non fra anni, ed i soldi sono già pochi di per sé...!
Grazie per tutto ciò che farà per noi Presidente. Buona sera e buon lavoro!”


Addì 22/11/2014.

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